Esatto! La nostra città è stata costruita su canali. Solo nel centro di Modena le vie Canalino, Canaletto, Canalchiaro, Canalgrande e Cerca prendono i nomi da canali, ma anche molte altre strade erano percorse da vie d’acqua. Oggi la memoria di quell’epoca è narrata ormai solo da Fonte d’Abisso, ovvero la fontana a qualche metro sotto il livello della strada adiacente a Piazza Roma, mentre in periferia troviamo la via del Naviglio e dell’Attiraglio. E già quest’ultimo ci racconta molto del tipo di funzione che avevano questi canali, infatti la parola “attiraglio” significa “sistema di traino” che veniva usato dalle imbarcazioni dalla riva mediante animali da tiro e nuovamente quando i veicoli sull’acqua dovevano risalire controcorrente. Fu ovviamente possibile realizzare una città non troppo dissimile da Venezia grazie alla presenza ad est ed ovest della città dei due fiumi Secchia e Panaro, che a loro volta sono collegati al Po. L’altra zona fondamentale per la viabilità modenese sull’acqua era Corso Vittorio Emanuele II, che all’epoca era un canale, e possiamo vedere una testimonianza di ciò da una struttura che si affaccia tutt’oggi su questa via. Si tratta della “Casa delle Acque” che è il luogo specifico in cui confluiscono le acque della città.
Girolamo Tiraboschi scriveva nel Settecento: “E’ noto, che Modena è fondata sopra molti Canali, i quali prima scorrevano per la maggior parte scoperti, ma ora attesa l’insalubrità dell’aria, che cagionavano, e la deformità, che offrivano agli occhi de’ riguardanti, fabbricate sopra essi le volte, corrono comunemente sotterra… Alcuni di essi son tratti dal Panaro, altri da Secchia, altri da fonti vivi. Quando fossero essi scavati, è ignoto… E par verisimile, che la funesta sperienza, che ebbero i Modenesi, allor quando videro la lor Città circa il principio del settimo secolo quasi interamente rovinata dalle acque, li determinasse a scavare questi Canali, acciocché esse racchiuse ne’ loro letti non potessero più innondare con tanto danno la loro patria“.
Oggi i canali sono stati tutti coperti e quindi la nostra città è percorsa da una fitta rete sotterranea di vie d’acqua, oggi usate come fogne di cui molte, per dimensione sono facilmente percorribili.
L’importanza dell’acqua per la città di Modena è radicata in profondità, proprio come i canali: lo stemma è caratterizzato da due trivelle incrociate e il motto “Avia Pervia”. Le due trivelle erano appunto strumenti utilizzati per scavare pozzi, mentre il motto deriva dal latino “Avia” cioè “senza via/senza possibilità di passare” e “Pervia”, l’esatto contrario, “facile da attraversare”. Insieme formano una metafora: l’inaccessibile diventa accessibile.
Alcuni modenesi potrebbero ribattere che il vero motto della città è “per un pìr, un pàm, un pèrsec..”! Prossimamente vi svelerò significato e motivo di questa frase dialettale! Rimanete con noi e buon itinerario tra i Canali.